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Bazoli racconta la Costituzione

Giovanni Bazoli è un banchiere, soprattutto. Ma non solo. E’ stato professore di Diritto amministrativo all’Università Cattolica di Milano e, per “inclinazione familiare”,  è un grande “ammiratore” della Costituzione. Per Lei, perciò, ha fatto un’eccezione, accantonando per una volta l’annosa riluttanza a esprimersi su questioni politiche.

Nella suggestiva e significativa cornice della Sala del Senato di Palazzo Madama – da poco ristrutturata – Mario Calabresi ha affidato alle considerazioni giuridiche e ai ricordi familiari di Bazoli il senso dell’incontro “La Costituzione: una carta attuale ma non completamente attuata”.

Il padre del banchiere bresciano è stato un componente dell’Assemblea Costituente e, negli anni  a seguire, un parlamentare che ha fatto della battaglia per l’attuazione effettiva e completa della Carta  (istituzione della Corte Costituzionale e delle Regioni) la ragione principale del proprio ruolo. “Era impressionato dall’alto livello delle persone che facevano parte della Costituente e dalla qualità del dibattito” – ha detto Bazoli, alternando al racconto la lettura di alcuni interventi fatti in Assemblea da giganti quali Togliatti , Einaudi e Croce.

“La Carta è la casa di tutti gli italiani. E, come diceva Calamandrei, deve vivere nella coscienza dei cittadini, ogni giorno. Purtroppo oggi siamo lontanissimi da questo approccio, dall’esistenza di uno spazio comune di valori condivisi”. Bazoli ha ripercorso gli sforzi fatti dalle varie anime della Costituente per arrivare al compromesso che ha generato la Carta, descritta in primis come il frutto della commistione tra i valori liberali e quelli del solidarismo cattolico. In questo quadro, ha fatto riferimento alla grande importanza del dibattito di quegli anni sulla prima parte della Costituzione, quella dei Principi fondamentali.

Poi, sollecitato dal direttore de La Stampa sul dibattito dei giorni nostri, relativo alle spinte rivolte a modificare la Costituzione, si è detto “preoccupato”. “Oggi non ci sono le condizioni per cambiarla. C’è chi ipotizza addirittura la formazione di una nuova assemblea Costituente? E’ improponibile. Prima di tutto perché non ci sono le condizioni “storiche” di cui necessita una cosa del genere: non c’è unione d’intenti tra le forze politiche, non c’è passione civile, non ci si riconosce in un insieme di valori comuni. E credo che, a livello giuridico, quest’ipotesi contrasti con la stessa Costituzione”.

Ermanno Forte, Master in giornalismo di Torino

Cosa e' Biennale Democrazia?
Biennale Democrazia è un laboratorio pubblico permanente, radicato nel territorio e rivolto alle grandi dimensioni della politica odierna, aperto al dialogo, capace di coinvolgere i giovani delle scuole e delle università e destinato a tutti i cittadini. Il progetto si articola in una serie di momenti preparatori e di tappe intermedie - laboratori per le scuole, iniziative destinate ai giovani, workshop di discussione, proposte specifiche - che culminano, ogni due anni, in cinque giorni di appuntamenti pubblici: lezioni, dibattiti, letture, forum internazionali, seminari di approfondimento e momenti diversi di coinvolgimento attivo della cittadinanza.
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  • Biennale Democrazia 2009
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