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Il federalismo secondo le giurie di cittadini

Si fa spesso riferimento al tema del federalismo, nel nostro Paese. Più di quanto effettivamente lo si conosca. L’incontro di stamattina al Teatro Carignano – coordinato da Luigi Bobbio –   è stata un’occasione di confronto e scambio di opinioni, tra cittadini e esperti in materia.

La prima parte del dibattito è stata incentrata sulla presentazione dei risultati di un esperimento di democrazia partecipativa: nei mesi scorsi quattro giurie di cittadini ( due a Torino, una a Firenze e una a Lamezia Terme) hanno discusso per due giorni di federalismo, aiutati da moderatori e esperti. L’obiettivo di queste “discussioni informate” era quello di far emergere le considerazioni, le aspettative e le proposte relative al processo di decentramento fiscale e “funzionale” che in Italia, tra tante polemiche, è ormai iniziato. E sono stati alcuni rappresentanti delle giurie di cittadini a raccontare, dal palco del Carignano, le conclusioni alle quali sono giunti attraverso i dibattiti.

Un punto fermo, riconosciuto praticamente da tutte le giurie, è risultato quello della salvaguardia “totale” dei diritti e dei servizi essenziali (sanità, istruzione), senza barriere territoriali, oltre a quello dell’importanza di una più completa diffusione di informazioni sulle questioni più specifiche e tecniche relative al federalismo. Ma non sono mancate le divergenze: la giuria di Firenze, composta da studenti dei licei e universitari,  ha espresso un giudizio sostanzialmente negativo sul federalismo, soprattutto quello fiscale; i 12 cittadini di Lamezia Terme, invece, lo considerano un’occasione “di cambiamento positivo, di responsabilizzazione delle amministrazioni locali, un’opportunità per uno scatto di orgoglio”. Diverse le proposte specifiche presentate. Tra queste, quella presentata da uno dei gruppi torinesi, relativa alla necessità di trasmettere le competenze dei funzionari del centro-nord a quelli del sud, per ridurre il divario tra le due parti del Paese.

A seguire, ci sono stati gli interventi degli “addetti ai lavori”: Domenico Fisichella e Luca Ricolfi. Il primo ha esposto la sua visione fortemente pessimistica nei confronti del federalismo. L’ex senatore ha descritto il cambiamento che si prospetta per l’Italia come una “disarticolazione istituzionale, che sta nascendo con la logica dei privilegi per alcuni e delle discriminazioni per altri”. Secondo Fisichella la voglia di federalismo “che non diminuirà il potere delle oligarchie”, è il frutto di un salto logico, che va dal “giusto riconoscimento dei problemi legati al centralismo e agli eccessi burocratici, alla necessità  sbandierata di fare il federalismo”. E la sua critica ribalta uno dei punti cruciali della riforma, il prelievo fiscale affidato agli Enti locali: “L’eccesso di vicinanza dell’autorità non fa altro che determinare maggiori compiacenze, clientelismi”. Poi, sulla Costituzione: “Meno la tocchiamo e meglio è” Luca Ricolfi, invece,  si è definito un federalista.

Ma ha precisato: “Questo federalismo, per come è stato impostato, non può funzionare”. L’editorialista de “La Stampa” ha spiegato che l’idea di partenza del federalismo, nato per ottimizzare il prelievo fiscale e per ridurre gli sprechi della spesa pubblica, era valida. In sostanza, però,  “gli effetti della riforma cominceremo a vederli nel 2019, forse. Ma, anche ammettendo che funzioni – e non sarà così – sarà troppo tardi.”

In chiusura, l’intervento di Gustavo Zagrebelsky, presidente di Biennale Democrazia. Il costituzionalista ha fatto riferimento all’irragionevolezza del progetto federalista nostrano, “quello delle divisioni, dell’ ‘ognuno a casa propria’. Non è possibile percorrere questa strada nel terzo millennio”. Ed ha sottolineato l’importanza, per il prossimo futuro dell’Italia, dell’atteggiamento fiducioso mostrato dai giovani delle giurie di cittadini. Delle loro speranze, rivolte a un cambiamento positivo.

Ermanno Forte, Master in Giornalismo Torino

Cosa e' Biennale Democrazia?
Biennale Democrazia è un laboratorio pubblico permanente, radicato nel territorio e rivolto alle grandi dimensioni della politica odierna, aperto al dialogo, capace di coinvolgere i giovani delle scuole e delle università e destinato a tutti i cittadini. Il progetto si articola in una serie di momenti preparatori e di tappe intermedie - laboratori per le scuole, iniziative destinate ai giovani, workshop di discussione, proposte specifiche - che culminano, ogni due anni, in cinque giorni di appuntamenti pubblici: lezioni, dibattiti, letture, forum internazionali, seminari di approfondimento e momenti diversi di coinvolgimento attivo della cittadinanza.
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  • Biennale Democrazia 2009
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Il rapporto finale della discussione informata sul federalismo

è possibile scaricare il documento con i risultati della discussione informata di Biennale Democrazia svoltasi da dicembre 2010 ad aprile 2011, a Torino e nelle città partner del progetto, Firenze e Lamezia Terme.   Scarica il documento

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