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Mieli racconta il Risorgimento

Paolo Mieli spiega il Risorgimento

Tutto esaurito al Teatro Carignano per la lectio magistralis di Paolo Mieli intitolata “1861: Risorgimento e antirisorgimento”. Giornalista e storico, l’ex direttore de “Il Corriere della Sera” ha elogiato Giuseppe Mazzini, uno dei primi pensatori a concepire il progetto di uno stato italiano unito, nonostante abbia pagato molte volte con l’esilio ed il carcere questo sogno.

Poi è passato a spiegare come la storia dell’Unità d’Italia sia stata piena di contraddizioni fin dagli esordi del suo progetto, alla fine del Settecento. Tra i vari problemi ci sono state le delusioni seguite all’invasione francese del 1796 e la cessione di Venezia all’Austria. In seguito la controrivoluzione cattolica dei sanfedisti del cardinale Ruffo, le trame della diplomazia straniera, e il ritiro del papa Pio IX dalla prima guerra d’indipendenza. Su questo punto Mieli si è soffermato sottolineando come l’Italia sia l’unica Nazione che sia nata da una guerra combattuta contro la propria religione.

Mieli ha poi fatto notare come le contraddizioni del Risorgimento abbiano segnato le celebrazioni precedenti dell’Unità: nel 1911 la festa è stata osteggiata dai Gesuiti e dai socialisti; nel 1961 i festeggiamenti sono stati maggiormente sentiti, anche se la classe dirigente era composta dalle forze in passato contrarie all’Unità e sul concetto di Patria pesava la terribile eredità fascista.

Il Teatro Carignano riempito per la lectio magistralis

L’ex direttore del Corriere ha quindi salutato le attuali celebrazioni dei 150 anni come un utile momento di riflessione libera su quelli che sono stati i nodi irrisolti dell’unificazione. Uno fra tutti il problema dell’Italia meridionale, zona che ha sofferto lutti e miserie a seguito dell’unificazione, e che meriterebbe “un risarcimento e un debito di riconoscenza da parte della nazione”.

Francesco Riccardini, Master in giornalismo di Torino

Cosa e' Biennale Democrazia?
Biennale Democrazia è un laboratorio pubblico permanente, radicato nel territorio e rivolto alle grandi dimensioni della politica odierna, aperto al dialogo, capace di coinvolgere i giovani delle scuole e delle università e destinato a tutti i cittadini. Il progetto si articola in una serie di momenti preparatori e di tappe intermedie - laboratori per le scuole, iniziative destinate ai giovani, workshop di discussione, proposte specifiche - che culminano, ogni due anni, in cinque giorni di appuntamenti pubblici: lezioni, dibattiti, letture, forum internazionali, seminari di approfondimento e momenti diversi di coinvolgimento attivo della cittadinanza.
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  • Biennale Democrazia 2009
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