Peter Gomez: il web e la distrazione di massa
La rete non si presta ad essere utilizzata come mezzo di distrazione di massa. Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it , ne è convinto. “Non credo alla disinformazione perpetuata tramite internet: capita che sul web circolino delle bufale, ma vengono scoperte nel giro di poco tempo”. L’ex inchiestista de L’Espresso, dopo 25 anni di “giornalismo tradizionale”, da quasi un anno si dedica a tempo pieno al giornalismo- web. Durante l’incontro alla Sala Rossa del Circolo dei Lettori, moderato da Alessandro Lanni, Gomez ha descritto la tecnica più utilizzata per disinformare, soprattutto dai telegiornali: parlare d’altro. “Gli spettatori del Tg1 non sanno praticamente niente del caso Ruby, così come quelli del Tg5, del Tg4 o di Studio Aperto” ha detto Gomez, facendo poi riferimento alla Minzoparade, un elenco pubblicato dal fatto quotidiano.it dei servizi “leggeri” mandati in onda dal Tg1. Secondo recenti dati statistici, l’85 per cento degli italiani si affida alle informazioni diffuse dalle televisioni. “Come diceva un grande liberale come Luigi Einaudi, bisogna conoscere per deliberare. In Italia si conosce molto poco” .
Il Fatto è un fenomeno editoriale nato da poco, ma già di grande successo, sia per quanto riguarda il cartaceo che per l’on-line: sono circa 350 mila i contatti unici giornalieri per il sito web del giornale. Altro numero significativo è quello dei fan sulla pagina facebook del Fatto: ad oggi sono oltre 440 mila, con un notevole ritmo di crescita giornaliera. Il motivo di tanto successo? “In Italia la notizia è una merce rara, che spesso non si trova nei tg e nei giornali. Quindi trovando notizie sul nostro sito, gli utenti sentono il bisogno di diffonderle e segnalarle agli amici”. Peter Gomez ha descritto il mondo dei social network come una straordinaria opportunità per far circolare le notizie, auspicandone un uso moderato e consapevole. “Forse sarebbe utile, in un futuro prossimo, insegnare nelle scuole come approcciarsi alla rete e ai social network”.
Gomez ha affrontato inoltre la problematica cruciale della credibilità e dell’indipendenza dei giornali e dei giornalisti, parlando degli editori italiani, quasi mai “puri”: da Caltagirone a De Benedetti, passando ovviamente per il premier, tutti hanno altri interessi economici, oltre a quello delle proprie testate. “Credo che uno dei motivi del nostro successo sia proprio quello di avere solo l’interesse di fare al meglio il giornale e di vendere più possibile”.
E le ambizioni del fatto quotidiano.it tendono ad una crescita significativa. “Puntiamo ad arrivare a un milione di contatti unici giornalieri sul sito e a 600 mila fan su facebook – ha spiegato Gomez , facendo pure riferimento all’intenzione di creare un vero e proprio gruppo multimediale targato Il Fatto. Con una web tv che “vi assicuro, nascerà, anche se non so ancora quando. E sarà qualcosa di nuovo”.
Ermanno Forte, Master in Giornalismo di Torino
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